Testi del Collettivo Socialista dei Pazienti - SPK -
e del Fronte dei Pazienti -  PF -

Estratto del libro del FRONTE DEI PAZIENTI
,Krankheit, die Ganzheit mit Zukunft' (1988) (Malattia, la interezza con futuro)                       3

I A T R O C R A Z I A  su scala mondiale Huber (SPK/PF) WD, Dr.med. (1976)               7

IL CONCETTO DELLA EINZELHAFT (detenzione e segregazione in isolamento)
Huber (SPK/PF) WD, Dr.med. (1975)                                                                               21

Su1a questione: PERCHE RIFIUTARE DI APPORRE LA PROPRIA FIRMA
Sulla questione: PERCHE RIFIUTARE LA VISITA MEDICA
Huber (SPK/PF) WD, Dr.med. (1975/76)                                                                          34

COMUNICAZIONE SULLO SCIOPERO DELLA FAME
del 6/11/75 dal FRONTE DEI PAZIENTI. Huber (SPK/PF) WD, Dr.med.                        39

POTERE, IATRARCHIA / MALATTIA, VIOLENZA (1977)                                           43

I A T R O C L A S T I A (1979)                                                                                        56

NUMERI E RESTI (1978)                                                                                                 76

Trasmissione radio del FRONTE DEI PAZIENTI
II. parte messa in onda il 31/01/83                                                                                        85

DIALETTICA DELLA SESSUALITA (1970)
Colettivo Socialista Dei Pazienti (SPK)                                                                                  91

PATIENTENFRONT, SPK IV                                                                                          103
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Estratto del libro
Testi del Collettivo Socialista dei Pazienti SPK
e del Fronte dei Pazienti PF

INVARIANTI No 7, autunno 1988
Traduzione per estratto del libro della PF, p. 73-80

PATIENTENFRONT:
Krankheit die Ganzheit mit Zukunft,
KRRIM – PF-Verlag für Krankheit, 1988.

„Chi sopravvive è malato. A lungo andare nessuno sfugge, nessuno rimane illeso. Questo è certo. Ancora si vive male nei limiti della malattia. Può essere diverso? Certamente. Ma solo se si riesce a fare i conti in maniera disillusa con tutto ciò che è politica, cura, salvezza. Ora al massimo, da adesso“. Questa è parte della „manchette“ che figura nel frontespizio di Malattia, la totalità con un futuro. Il volume presenta i venti anni di attività del Fronte dei Pazienti (PF) e del Collettivo Socialista dei Pazienti (SPK) e vuole costituire più una serie di spunti per la riflessione che un monumento alla memoria, come si legge nell‘ introduzione. Si tratta della raccolta di tutto il materiale relativo al congresso „Giornata della salute“ (Gesundheitstag) tenuto a Kassel nel 1987, incluso il carteggio con gli organizzatori e la registrazione trascritta dell‘ intervento del Fronte dei Pazienti completato dal dibattito succssivo. Per non correre il rischio, di distorcere più di quanto inevitabile per esigenze linguistiche i contenuti tel testo, il concetto di malattia come arma contro il “mercato della salute”, di rapporto terapeutico come risorsa di potere, non più controllo-coazione-segregazione, lasceremo che i protagonisti si descrivano da sé. Consiglio per la lettura: W.D. Huber, coordinatore di SPK/PF, il quale se definisce „la stessa organizzazione criminale che ero nel 1970“, suggerisce che, specialmente per quanto riguarda i frammenti, un aiuto più valido di occhiali e lenti di ingrandimento, sia chi ha saputo servirse di occhi di bambini.
Per completezza: l‘ intervento di Huber, letto dai Pazienti del Fronte, è costituito da dodici tesi che vengono elencate, spiegate nel corso dell‘ intervento stesso, e poi nuovamente menzionate. Il dibattito inizia già parzialmente nel corso della lettura dato che molti ascoltatori sono inizialmente „impazienti“ o chiedono spiegazioni, ma le interruzioni si diradano e l‘ attenzione aumenta man mano che la lettura va avanti (ca. 1 ora).
La parte riportata qui di seguito è la fase iniziale del dibattito che proseguirà il giorno successivo.
Nel corso del dibattito i partecipanti vengono indicati con lettere dell‘ alfabeto, i Pazienti del Fronte con le lettere FP ed una numerazione progressiva; FP1, FP2, etc.
F: Per iatrocapitalismo intendete che il capitalismo è dei medici, o cosa?
FP3: Si.
F: Quindi in pratica, il potere, la contraddizione di fondo non più tra lavoro salariato e capitale, ma tra...
FP3: Malattia e capitalismo; lo abbiamo sempre detto, lo ribadiamo oggi più di ieri.
F: E la malattia riferita ai medici?
FP3: I medici sono responsabili del fatto che ognuno viene rattoppato, che è cosi alienato da farsi smaltire nel processo capitalistico di usura. I medici sono i responsabili del fatto che il capitalismo funziona. I medici sono responsabili del fatto che esiste questo sistema di traffico assassino. (...) La speranza è sempre quella: se succede qualcosa, ci sono i medici per liberarci dalla malattia o ricucirci.
FP4: Qualche parola per completezza. Punto di partenza del discorso è Marx, la contraddizione di fondo tra lavoro salariato e capitale. La dialettica materialista parte dalla contraddizione tra forze produttive (Produktivkräfte) e rapporti di produzione (Produktionsverhältnisse). Le forze produttive si sviluppano e sono il motore dello sviluppo stesso, ma ad un certo punto i rapporti di produzione impediscono di andare avanti nello sviluppo. Quindi: proletariato come fattore di lavoro salariato (FaktorLohnarbeit), lavoro salariato che si deve liberare dalle catene dei rapporti di produzione. Noi invece diciamo: la malattia è la forza produttiva, dalla quale viene tutto, dalla quale derivano i rapporti e il loro superamento, la loro rivoluzione. E base ed inizio di tutto nonostante l’eccedenza (Mehrprodukt) perché la restrizione è guidata dai medici – un mondo pieno di carenze. Alla carenza all’esterno, corrisponde il bisogno all’interno. Nella malattia, sia il bisogno che la carenza cessano de esistere.
Esempio: l’anoressia. La carenza di cibo all’esterno è negata dall’esigenza-fame (...). Nell’anoressia, come in qualsiasi altra malattia, è anticipato in maniera utopico-astratto un mondo senza carenze. La malattia dimostra che si può fare diversamente e la sofferenza provocata dalla malattia incita ad agire. La malattia è la forza produttiva n. 1 per la rivoluzione, ma selezionata, normalizzata e coercizzata dai medici, diventa anche il tampone di crisi n. 1 del capitalismo: iatrocapitalismo fino alla santificazione del capitalismo, perché è a questo che la santificazione si riferisce (...).
A questo punto viene citato un estratto da Malattia e rivoluzione, in SPK -Fare della malattia un’arma: „Secondo Marx il socialismo è la conseguenza delle contraddizioni del capitalismo. L’esigenza che deve essere ancorata in ognuno di noi è la malattia, la sofferenza soggetiva, le contraddizioni interne che modificano la conoscenza e portano all’azione. La malattia è da una parte la forza produttiva, dall’altra identità di produzione e distruzione, il concetto di rapporto di produzione. Quindi la contraddizione di fondo tra forze produttive e rapporti di produzione è comprensibile in quanto la malattia è l’esigenza complessiva che produce il suo proprio contrario, quindi la rivoluzione. Per questo i malati in sé e come sofferenti, sono per se stessi la classe rivoluzionaria“.
F: Ma questa è già una riformulazione della teoria marxista.
FP4: Se la teoria di Marx non è già stata completamente stravolta dai suoi teorici. Mettiamoci d’accordo cosi: un approfondimento, una chiave di lettura (...).
FP3: Il dominio dei medici o iatrocapitalismo può essere visto da due aspetti:
A) dalla sua origine storica,
B) dal punto di vista sistematico e dialettico di classe-banda-razza.
Questo viene spiegato in iatrocrazia su scala mondiale (Iatrokratie im Weltmasstab). Dal lato storico: la malattia è da sempre una scusa per la selezione e lo sterminio. Già Sartre si era chiesto da dove venisse il dominio di classe quando ancora non c’era l’eccedenza dei prodotti, dato que Marx sostiene che le classi nascono nel momento in cui i lavoratori producono in eccedenza. Sartre si chiede: come può nascere dall’eccedenza, che è di per sé un fatto positivo, qualcosa di negativo come lo sfruttamento e il dominio di classe? E Sartre è giunto alla conclusione che a un certo punto ci deve essere stata una carenza e che a quel punto qualcuno ha detto che siccome non c’era tutto per tutti, andavano eliminati gli eccedenti che quindi dovevano essere selezionati, espulsi, uccisi, e che solo allora ci sarebbe di nuovo stato tutto per tutti. Coloro che selezionavano erano i medici, dapprima in veste di medici-sacerdoti. Ecco i medici nelle persone di faraoni, regnanti, politici, preti. Più tardi è avvenuta la scissione. La selezione dei medici – qui gli eccedenti, là i preziosi – ha inizialmente prodotto l’eccedenza, appropriandosi della quale è nata la classe dominante. I medici come medici-sacerdoti, amministratori di carenze e selettori, erano quindi precedenti alle classi.
Il dominio dei medici o iatrocapitalismo può essere anche compreso dal lato sistematico e dialettico: classe-banda-razza. I medici sono coloro che generano la classe dominante. Decidono chi ha il coltello dalla parte de manico e chi no. D’altro canto la vera forza lavoro viene diretta dai medici. Ogni forma di medicina è medicina del lavoro. Anche la miseria è amministrata dai medici. Ma questo può essere raggiunto solo per mezzo della selezione. Per questo i medici sono una banda. Buttano fuori tutti quelli che non funzionano, li rinchiudono in cliniche, sanatori, galere – nessuno può essere incarcerato se non viene dichiarato idoneo. Buttano fuori quelli che non sopportano più le condizioni del capitalismo, che sono „troppo lenti“: vedi i „compatrioti lenti“ (die langsamen Volksgenossen), i quali, premessa la vittoria finale, erano già sulle liste nere dei medici nazisti. Solo cosi possono essere costantemente aumentati i bisogni. Alla peggio la gente viene uccisa: l’aiuto per morire, l’eutanasia. Per mezzo del loro millenario monopolio dell’omicidio i medici come banda, governano ogni Stato compresa la classe dominante. Nessun tribunale e nessun governo interviene, e con il suo veto, la categoria dei medici organizzata come banda, ha finora impedito qualsiasi legge che le fosse sgradita. La razza si spiega con il fatto che i medici decidono che cos’è razza umana e cosa non lo è, producendo „l’uomo su misura“, intervenendo sul programma genetico, in modo che alla fine il bambino viene scelto sul catalogo come deve essere, senza tutto ciò che dà fastidio.
Il monopolio dell’omicidio diviene il monopolio della produzione dell’uomo secondo l’immagine del medico. Ma la dialettica è un processo che si svolge secondo una direzione e qualche volta giunge a conclusioni inattese. Quando tutti quelli che non corrispondono all’immagine dei medici sonso stati soppressi, i medici avranno eliminato sia la razza che si stessi. Una razza unica non è una razza. Per eliminare tutto ciò che è malato, i medici dopo aver eliminato tutti gli altri – dato che tutti sono malati – dovrebbero medicarsi tra loro.
Ecco la spiegazione sistematica in tre parole: classe-banda-razza.
F: Ho ancora una domanda: allora per voi la salute non è una forza produttiva?
FP3: La salute non esiste e viene solo dalle menzogne propagandistiche dei medici per il mantenimento del loro sistema.
FP4: La salute è un’illusione biologico-fascista.
F: Un’altra domanda: quando dite iatrocapitalismo, dite in qualche maniera anche socialismo?
FP4: Noi diciamo malattia. Nella malattia c’è da sempre l’unità, cioè quello che lei ha appena menzionato come socialismo. Tutti sono malati, o lo sono, o lo saranno allo stesso modo. Per questo Collettivo Socialista dei Pazienti, perché tutti sono pazienti. E questa unità, questo legame, che sono già insiti nella malattia, in ogni malattia, è questa unità che i medici vogliono distruggere. I medici la trasformano: separazione, razzismo, emarginazione, campagne di sfruttamento e oppressione in forma palese o celata.
FP3: Ancora per la sua domanda sulla nostra posizione rispetto al socialismo (fase iniziale del comunismo): abbiamo un termine adeguato per la società confacente alla malattia: utopatia (Utopathie). Utopatia sarebbe come una nuova realtà, tutta da costruire. Altri dicono: utopia concreta che prima o poi si realizzerà. Noi diciamo: possiamo concretizzare l’utopia già oggi e qui. Se come noi, partite dal concetto che siamo tutti malati, avete bisogno degli altri, perché la malattia è un problema che solo tutti insieme possono risolvere. Quindi lei ha molto bisogno di arrangiarsi con gli altri, risolvere insieme i problemi per non rimetterci le penne. Questo è un mezzo infallibile per non darsi ai nervi, litigare, far rompere i rapporti, la famiglia, le comunità. Quindi nella malattia e nel basarsi su di essa, trova la certezza di creare rapporti umani, perché nella malattia ci si rende conto di avere bisogno degli altri per la propria esistenza, come gli altri si rendono conto di avere bisogno di lei per la loro, e di questo si può fare una comune attività. Quindi nella malattia e per mezzo suo: socialismo compiuto, non in un lontano futuro, ma subito, qui e adesso in una parola: utopatia.

Libro: TESTI DEL COLLETTIVO SOCIALISTA DEI PAZIENTI - SPK - E DEL FRONTE DEI PAZIENTI - PF
ISBN 3-926491-16-7, pp 108, DM 15.-

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